I francesi lanciano pietre da 63 milioni di euro
Il futuro museo del vino di Bordeaux: la Cité des civilisations du vin
Più grande, ancora di più. Perché siamo in Francia signori e i più qui non bastano mai, anche nel vino. Parliamo di la citè des civilisations du vin, l’ambizioso progetto per il museo del vino nell’area di Bordeaux. Sono numeri da giganti quelli attesi: 63 milioni di euro di investimento, 425 000 visitatori previsti all’anno in 14.000 mq di spazio e con una torre di 35 m di altezza da cui ammirare tutto il territorio di Bordeaux.
Non un museo qualsiasi ma un vero centro culturale, con esposizioni artistiche permanenti e temporanee, spazi didattici per le scuole e per eventi, piattaforme dedicate al turismo enogastronomico, il tutto condito in salsa multisensoriale e interattiva. Cultura dell’evento, dell’arte e del vino questa la triade alla base dell’esperienza museale nel segno della sperimentazione. Presentato il progetto al winexpo del 2011, il sindaco Alain Juppè ha posato nel 2013 la prima pietra. Inaugurazione prevista per il 2016.
Architettura e porte di confine
Il progetto architettonico è curato dallo studio francese X-TU. Sperimentali, avveniristici, i progetti di Nicolas Desmazières e Anouk Legendre creano forme insolite, come nella realizzazione del Prehistory Museum a Jeongok in Corea del Sud o nel Maritime Cultural & Pop Music Center di Kaohsiung Taiwan.
Il progetto della cité prevede un edificio alto fino a 7 piani composto da una forma tonda più bassa e una torre più alta a fianco. Un’architettura organica tondeggiante in armonia con l’ambiente circostante, ispirata all’acqua del Garonne e che richiama simbolicamente la forma del vino versato nel bicchiere. Nell’idea del progetto, ambiente esterno ed interno si compenetrano senza soluzione di continuità. Una dimensione organica cara anche ai precedenti progetti dello studio come nel Museum du civilisation del 2012.

Dal precedente progetto dello studio X-TU, il museum du civilisation del 2012, ambiente naturale e spazi interni coesistono
Cité on the road
Gl interni della Cité saranno curati dallo studio britannico Casson Mann. Nato nel 1984 a Londra dalla collaborazione tra Dinah Casson e Robert Mann, lo studio ha curato l’allestimento di alcuni famosi musei, dal British Galleries al Stanislavsky Museolobby di Mosca, al Beniamin Franklin Museum di Philadelphia fino al vicino Museo di Santa Caterina di Treviso. Famosi per lo stile sofisticato e sobrio, Casson Mann uniscono la riflessione museale con tecnologie all’avanguardia.

Casson Mann: allestimento per il Museo della scienza di Londra, 2010
In questo moderno Alice nel paese delle meraviglie, il visitatore sarà condotto in un viaggio multisensoriale attraverso il mondo del vino. Soluzioni 3d, tour virtuali e tutte le diavolerie della tecnologia contemporanea saranno utilizzate allo scopo di trasmettere la storia del vino e la volontà di affermazione del Bordeaux come sua ideale capitale.
Bevi con gli occhi, tocca con il naso, annusa con le mani
Secoli di storia, tradizioni e leggende. Dal sacro al profano la storia del vino si intreccia con le nostre radici nobili e contadine, fino ai brindisi di oggi, improvvisati rituali per i nostri desideri. Numerosi sono i laboratori dedicati al vino e alle scuole nell’obiettivo di sottolineare identità e recupero della tradizione. Anche la Cité mette il punto sulla didattica nella costruzione oggi della coscienza di domani.
Trasversali all’età, i workshop coinvolgono bambini e adulti in differenti livelli e sono indirizzati alla riscoperta del gusto e all’allenamento dei sensi nel toccare, annusare e assaggiare.
Sei quello che bevi!
Il vino e il suo richiamo alla terra, all’eleganza. Beviamo un chianti e ci sentiamo in Toscana, brindiamo con lo Champagne e ci sentiamo divi del cinema…Ma attenzione perchè oggi si copia tutto, anche l’immaginazione.

Jiag You Chen e il suo castello cinese. L’edificio è una copia fedele del Château Maisons-Laffitte, castello francese del 1650
La sfida è quella di legare il nome del prodotto alla terra d’origine scavalcando le insidie di produttori cinesi ed esteri in generale. Secondo i dati di Bruxelles, la Francia è il più grande esportatore di vino in Cina. Un dato che conferma come il lavoro di immagine legato ai vini francesi dia buoni risultati su larga scala e come la comunicazione del vino nei suoi fattori di cultura e territorio sia un antidoto al consumo di vini copia&incolla cinesi. Ma il mercato e i suoi popoli si muovono. Crescono realtà come Ningxia, chiamata la piccola Bordeaux cinese bagnata dal fiume Giallo e le varie zone di produzione del vino che rispolverano e rendono viva la preesistente tradizione cinese del vino. Senza contare del massiccio investimento cinese proprio a Bordeaux dove ben 17 castelli sono stati comprati da magnate cinesi.
Foto da Google